ROVERELLA (QR1)

All'interno del Campus Universitario

“Sono una ROVERELLA, nome scientifico Quercus pubescens, appartengo alla famiglia delle Fagacee ed alla specie Quercia, che comprende anche il leccio, la farnia, il rovere, per citare le piante più conosciute della mia famiglia.

Non sono la cugina meno nobile del rovere, sono solo diversa  morfologicamente.

Data la mia vetustà - 200 anni d’età - sono classificata come albero monumentale e la mia dimora è il giardino di via Giorgeri dell’Università di Trieste, dove ha sede il Dipartimento di Scienze della Vita che si prende cura di me. Segnalo la comparsa di licheni sul mio tronco da circa una decina di anni che segnala un miglioramento della qualità dell’aria nella zona.

Sono l’unica testimone del prima e del dopo la realizzazione dell’Università, avvenuta nel 1938 sul colle di Scoglietto, che prima ospitava la residenza di tre famiglie triestine: è stato solo con il passaggio alla sovranità italiana, a seguito del primo conflitto mondiale, che Trieste inizia a sviluppare proprie istituzioni di studi superiori ed universitari.

In particolare, il regio decreto del 7 novembre 1920, n°1667, sanciva la nascita dell’Istituto Superiore di Studi Commerciali che sarebbe diventato di lì a poco sede universitaria.

Negli anni del fascismo fu edificato l’edificio centrale, di forte impatto scenico.

La struttura monumentale in pietra bianca d’Istria, e soprattutto l’intervento di qualificati architetti, scultori, arredatori, hanno creato un unicum, una cittadella universitaria fuori dall’agglomerato urbano, ma non avulsa dalla realtà cittadina.

Università degli Studi di Trieste

Voglio essere sincera: anche se sono sola, sono contenta della mia sistemazione, assorbo la cultura delle future generazioni di laureati che spesso vicino a me  ripassano le lezioni e si confidano speranze e delusioni  della loro vita di studenti.

I più sensibili mi considerano come una vecchia nonna, da rispettare ed ascoltare anche perché sanno che la mia è una comunicazione esoterica destinata a pochi eletti.”

Il percorso continua passando per  Opicina dove, in via della Vena, in un giardino privato, abita una SOFORA DEL GIAPPONE, nome scientifico Styphnolobium japonicum, della famiglia delle fabaceae, pianta ornamentale centroasiatica con bellissime foglie, alta 12 metri, anch’essa classificata albero monumentale.

Vi consiglio uno sosta  un poco più avanti nel centro del borgo dalle Fattorie del Latte di Nonna Irma, bottega artigianale di prodotti alimentari del territorio, prima di imboccare la strada che porta alla Dolina di Percedol.

Ho già avvertito il CERRO, l’albero monumentale più alto che domina i coetanei della dolina dall’alto dei suoi 35 metri di altezza.”